Art. 6 Costituzione

Dispositivo

  1. La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Spiegazione dell’art. 6 costituzione

L’articolo 6 della Costituzione non esisteva nel progetto originario. Esso fu preso in considerazione in seguito a due proposte:

  • l’onorevole Codignola propose una norma con questo testo: «La Repubblica garantisce il pieno e libero sviluppo, nell’ambito della Costituzione, delle minoranze etniche e linguistiche esistenti nel territorio dello Stato»;
  • l’onorevole Lussu propose invece: «Gli enti autonomi regionali non possono, sotto nessuna forma, limitare il pieno e libero sviluppo delle minoranze etniche e linguistiche esistenti nel territorio dello Stato».

Queste due proposte introdussero nel progetto un’altra esigenza: quella di evitare che la maggioranza nazionale potesse limitare i diritti delle minoranze linguistiche, considerato che esistevano (ed esistono tutt’ora) regioni dove queste rappresentavano comunità etniche con proprie radicate tradizioni culturali e linguistiche. Si pensi, ad esempio, gli altoatesini di lingua tedesca, i francofoni in Valle d’Aosta o gli sloveni in Friuli-Venezia Giulia.

Possiamo quindi affermare che l’articolo in questione è stato introdotto quasi in maniera mirata per gli ordinamenti delle Regioni a statuto speciale. Esse tutelano le minoranze attraverso il bilinguismo, cioè la possibilità di utilizzare in maniera paritaria, anche nelle scuole, l’italiano e la lingua madre, e il separatismo linguistico, un modello – in vigore in Trentino-Alto Adige e nelle province di Trieste e Gorizia – che tende a separare i gruppi, per esempio attribuendo a ciascuno proprie scuole dove l’idioma dell’altro è studiato come «seconda lingua».

Nel 1999 è stata approvata una legge (n. 482) per tutelare le minoranze linguistiche (albanesi, altoatesini, carinziani, carnici, catalani, croati, francoprovenzali, francofoni, friulani, greci, ladini, occitani, sardi, sloveni, rom e sinti) e per favorire l’utilizzo e la conservazione dei loro idiomi.

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